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Indelebilmente segnato, nei secoli, dai giudizi negativi e dalle descrizioni infamanti che fecero di lui scrittori e storici repubblicani come Svetonio e Tacito, l'imperatore Tiberio, ancora oggi, è legato nel ricordo collettivo a efferate immagini di crudeltà e perversione. Ma Tiberio fu calunniato, anzi peggio: non fu capito. L'intera esistenza di questo imperatore, il primo successore di Augusto, fu enigmatica e complessa, travagliata da dolori e incomprensioni e contraddistinta da tutte le inquietudini di una società in rapida trasformazione. Nato in una famiglia in seno alla quale si macchinavano oscuri complotti, oppresso da una madre dal carattere autoritario, Tiberio tentò sempre di allontanarsi da Roma e dal centro del potere, guidando con stoico eroismo le legioni ai confini dell'Impero e cercando di ritirarsi in luoghi isolati come Rodi e la prediletta Capri. E forse proprio da questo comportamento fuori dalle convenzioni e da questa irrequieta ricerca di libertà, doveva nascere la sua leggenda nera.